La storia del Torino purtroppo va di pari passo con la storia di presidenti scollegati tra loro; e questa situazione di discontinuità è stata la causa dei risultati non sempre lusinghieri della squadra e non ha permesso nel tempo un rafforzamento progressivo della società .

I tifosi hanno sempre atteso e sperato nell’arrivo di nuovi presidenti più per vivere una novità che come un’opportunità per ripartire verso nuovi ed esaltanti risultati. Gli scarsi e sofferti risultati positivi sono stati vissuti come un raro e casuale avvenimento piuttosto che frutto di una programmazione nel tempo.

Sovente lo sforzo per ottenere buoni risultati ha portato al prosciugamento delle casse del presidente (anche se molti tifosi sono convinti che molti presidenti abbiano preso più di quanto abbiano dato) mentre i risultati hanno continuato ad essere scadenti negli anni con l’inevitabile protesta della tifoseria nei confronti sia della squadra che della proprietà costretta a vendere a chicchessia pur di liberarsi di una società diventata ormai un problema.

Troppe volte il presidente si è trovato solo alla ricerca di un possibile acquirente difficile comunque da trovare nell’ambiente Toro in quanto non esistono grandi imprenditori o grandi famiglie di imprenditori disponibili all’acquisto.

L’ambiente è fatto di piccoli imprenditori, quelli grandi, se ci sono, in genere sono diffidenti verso il mondo del calcio e per questo preferiscono rivolgere le proprie attenzioni e i propri favori verso sport minori.

Occorre superare questa fase, approfittando di un presidente che sia prima di tutto tifoso e quindi pienamente in grado di comprendere i desideri del popolo granata . Un certo carisma presso ed una credibilità all’esterno come visto possono anche non bastare. Inoltre i tifosi hanno dimostrato in più occasioni di voler partecipare alla vita del Toro, non solo partecipando alle partite allo stadio, ma anche alla costruzione e al rafforzamento della società.

Luciano Cavagnero, “ideologo” e fondatore di ToroMio, Ricorda a questo proposito che durante l’epoca ciminelliana, a seguito di difficoltà economiche, un gruppo di tifosi, su iniziativa e sostenuti dal Presidente delle Pmi – Piccole medie Imprese, Api- avevano tentato di rispondere alla crisi con una raccolta di fondi.

Lo scopo era quello di raggiungere i 5 milioni di euro per sostenere la squadra e l’operazione venne chiamata Azione Toro: il 12° entra in campo.

Purtroppo non si raggiunse l’obbiettivo perché si riuscì a raccogliere “solo” la somma di 1,5 milioni di euro e l’iniziativa si arenò, ma ricordo anche che i soldi erano a “perdere”; ovvero erano una vera e propria donazione senza acquisizione di quote sociali o altro.

Si domanda, sempre Luciano Cavagnero, cosa potrebbe succedere se i tifosi diventassero proprietari del Toro con capitale non a perdere, ma come un vero e proprio investimento.

Ipotesi magari per ora ancora molto lontana ma che un giorno potrebbe anche costituire una valida via all’azionariato.

Ricorda anche la disponibilità ad acquistare la Coppa Italia regalata da Pianelli a Natalino Fossati: su Tuttosport la gara tra tifosi  che offrivano denaro per il riacquisto fu generosissima. E così per i cimeli che di tanto in tanto fanno capolino.

Occorre anche ricordare che dopo il fallimento di Ciminelli, molti Vip, non solo di fede granata, in molte interviste sul quotidiano La Stampa espressero la  volontà di voler contribuire con offerte alla formazione di una società che facesse rivivere il Torino Calcio. Non è da escludersi che fosse anche un modo per far parlare di sé e per farsi un po’ di pubblicità gratuita, ma è certo che la voglia di partecipare alla rinascita del Torino fosse reale.

Tutte queste potenzialità, possono, ora  che il clima è favorevole, essere utilizzate per rafforzare la società offrendo soluzioni certe, preparando così un futuro più accorto e con meno incognite o sorprese qualora l’attuale presidente rinunci al suo incarico.

Per fare questo occorre che il presidente condivida il futuro del Toro con tutto l’ambiente granata, che sia credibile, affidabile e carismatico, con idee chiare tali da poter essere facilmente spiegate e comprese.

In queste condizioni e realizzando queste idee, si possono attirare verso la quadra del Torino molte risorse per uno sviluppo nuovo e originale.