di Stefano Intramezzo
 
Ho letto commenti sull’ultimo comunicato del CCTC, la maggior parte contro e sono rimasto basito. Non voglio difendere il CCTC ma mi sembra che non ci sia un dialogo tra anime dello stesso corpo, il Toro, che non si conoscono e che non vogliono prendere atto dell’altra parte. Le due parti in causa, CCTC e tifosi sparsi, appartenenti o non appartenenti a club, due anime che soprattutto non si conoscono e non si vogliono conoscere e comprendere.

Un consulente che si occupa di organizzazione e comunicazione aziendale direbbe di correggere il tiro venendosi incontro. Personalmente mi dà fastidio sentirmi dire se “mi vuoi parlare vieni in Borgo Vittoria dove parliamo tranquillamente e democraticamente”: non è una posizione ragionevole al giorno d’oggi con tutta la tecnologia di comunicazione messa a disposizione. Una persona di marketing che invece vuole “conquistare” altri spazi userebbe un atteggiamento diverso: se io sono o voglio essere soggetto importante dell’ambiente granata devo essere io a sforzarmi ad andare ad occupare spazi facendomi conoscere sempre più, contrastando in modo ragionevole le idee erronee che si sono fatti gli altri di me, senza imporre le mie idee ma confrontandomi e coinvolgendo la gente. Certo occorre pazienza, tempo, lavoro, fatica: subito può sembrare più facile imporsi con la forza o con la forza camuffata da democrazia apparente ma ciò che è ottenuto con la forza dura poco nel tempo, non ha eredi e non fa tradizione.
Democrazia: ci sono varie forme di democrazia da quella occidentale anglosassone supposta avanzata ma molto incompleta, facilmente corruttibile e truffabile a quella della ex Germania dell’Est che era solo uno slogan per dire agli occidentali che anche a est esisteva la democrazia, che anche lì si votava e chi rappresentava il regime non ammetteva mai il vero contenuto dello slogan di facciata: il totalitarismo.  
Sbaglia anche l’altra anima che dice di non essere e non voler essere rappresentata dal CCTC: liberi di scegliere ma anche questa posizione dovrebbe essere espressa con toni meno polemici e il suggerimento è comunque di conoscere la situazione reale del CCTC che non è ben rappresentato dai perentori comunicati. 
Il CCTC non dovrebbe arrogarsi di rappresentare tutte le anime dell’ambiente e quindi le richieste potrebbero non essere di tutti: nello stesso CCTC le posizioni sono diverse e comunque tali richieste dovrebbero essere effettuate con toni diversi, possibilmente non da ultima spiaggia ed essere proposte per l’ambiente granata magari da sostenere con determinazione piuttosto che diktat definitivi.   
Ho sentito frasi di caio dire che “tizio deve smetterla di insistere sull’unità dei tifosi perché così si divide”. Ma che senso ha? Eppure le persone in causa erano persone importanti dell’ambiente granata . Ho sentito: “Chi è tizio per scrivere quelle cose in un comunicato del suo club, se è di Roma vada fare il tifo per la Lazio o per la Roma” eppure tizio è quello che ha lavorato per far mettere le luci alla lapide ai nostri caduti a Superga. E io granata sono fiero di essere tifoso insieme a quello di Roma, a quelli di tutta l’Italia, a quelli di tutto il mondo e più sono lontani e più sono fiero. Fanno quindi male queste frasi.  
Ho visto tifosi insultare altri tifosi in modo astioso facendosi forza del branco. Eppure so che ciascuno di loro preso singolarmente sono persone più che ragionevoli. Ho sentito persone parlare di “vigilare” sull’ambiente granata come per difendere un “potere oscuro”. Ma difendersi da che? Parliamo di calcio, di sport mica di politica antica ormai passata alla storia e da questa sconfitta.
Occorre tanto dialogo e continuativo. Ritengo positivi i comunicati del CCTC perché così si fa conoscere per quel che è e se riceve delle furiose critiche potrebbe cogliere il messaggio di cercare di cambiare almeno nella comunicazione: quindi nessuna censura da parte delle redazioni come molti commenti richiedono. Il CCTC non è solo quello dei comunicati: le anime al suo interno sono diverse, molto variegate e non tutte si possono esprimere pubblicamente liberamente. Il CCTC ha una grande opportunità storica che è quella di unire la gente granata, direi di più, l’ambiente granata che comprende anche la società, ma dovrebbe cambiare il suo modo di presentarsi e dovrebbe imparare a proporsi e non ad imporsi, dovrebbe lasciare prevalere anche le parti più ragionevoli ed effettivamente democratiche e meno oltranziste e so di dire una bestemmia, dovrebbe tentare di collaborare con la società del Torino FC senza arrendersi e senza ritenersi offeso se le risposte non arrivano nei tempi immaginati e/o non sono quelle delle proprie aspettative: le esperienze e le prospettive di visione sono diverse a secondo dei ruoli ma ci si comprende di più se si conoscono i soggetti in causa e questo lo si ottiene solo con il dialogo.   
Ho letto l’articolo “Amiamo il Toro!”: non basta perché questo lo facciamo già, forse troppo. Piuttosto impariamo ad amare noi stessi cioè i tifosi quelli che vanno allo stadio e si sbattono per i cori e per le corografie ma non solo e i tifosi quelli che stanno a casa e per un motivo o l’altro non vanno alla stadio ma stanno attaccati alla tv oppure con l’orecchio sulla radio. Amiamo quelli che dicono di essere del Toro ma non sanno neppure chi è Bianchi perché da questi tifosi forse un giorno nascerà qualcuno che diventerà un ultras. Amiamo i tifosi lontani appartenenti ad altre città perché sono rari come i diamanti e perciò difficili da conquistare.  
Ci vuole il dialogo continuo senza censure preferibilmente rappacificato e se non c’è quello allora va bene anche quello urlato senza la minaccia della violenza altrimenti si ghettizzano parti importanti dell’ambiente granata. Così c’è almeno la speranza del cambiamento e tutto questo è meglio che il niente, del muro contro muro, del silenzio rancoroso e del ghetto dove ognuno parla solo più con i suoi simili e si arrabbia quando mette il naso fuori o qualcuno dal di fuori mette il naso dentro.
 
Stefano Intramezzo
Aderente al progetto Toromio

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