Sorpresa di Pasqua al Direttivo allargato ToroMio…ha incontrato la nostra associazione la sera di Giovedì 24 marzo allo Sporting nientepopodimeno che mister Ventura.

Un incontro che si è protratto fin oltre mezzanotte regalando ai presenti una cena davvero fuori dal comune.

Nonostante il non facile periodo che sta attraversando il nostro Toro, cordialità e disponibilità a rispondere alle domande non sono affatto mancate al nostro allenatore nel corso dell’intera serata.

Ancora più apprezzabile il tutto in quanto era in effetti anche molto stanco, poiché, ci ha detto, di avere giovedì notte iniziato cena con Cairo a Milano alle 2,30 del mattino, di essere tornato a Torino alle 4 e di essere poi andato in campo per l’allenamento poco più di 4 ore dopo e tutto questo prima di uscire dalla Sisport alle 19,00 per venire a cena con noi.

Il colloquio è stato di una grande ricchezza di contenuti.

Anzitutto gli abbiamo mostrato la copia del nostro libro "Se vogliamo possiamo" da lui autografata in occasione della prima sua partecipazione ad un pranzo di tifosi. Allora‎ gli avevamo ironicamente ricordato che quel suo slogan era stato da lui, abbastanza sorprendentemente ed inconsapevolmente, "rubato" all’epoca al nostro fondatore Luciano Cavagnero che ne aveva fatto, ben prima, il titolo del suo libro. Che caso no?

Gli abbiamo accennato a RisorgimenToro, il movimento nato dallo spunto della nostra lettera aperta, dei nostri primi incontri con Cairo, del terreno preparato proprio per l’arrivo e la duratura permanenza di un allenatore con le sue caratteristiche,  e da lì il dialogo e’ iniziato a scorrere fitto con domande che si sono succedute numerose a tavola.

E’ impossibile peraltro qui riportare tutto.

Proviamo a riassumere quanto può essere tratto dalle parole del nostro allenatore sulla balbettante stagione granata.

Il nostro Toro è alla metà di un guado. Cerchiamo di attraversarlo senza annegare. 

Lo zoccolo duro che tanto ha dato negli anni scorsi, ha accusato in questa stagione un fisiologico calo generale, ma purtroppo i tanti giovani, che peraltro sono oggettivamente ottimi elementi in prospettiva, non sono ancora in grado di portare quel peso che hanno portato così bene i più esperti nei due anni passati.

I nostri ragazzi hanno ancora naturali fragilità che saranno, quasi sicuramente per tutti, via via superate, ma serve ancora del tempo.

Alcuni sono già progressivamente e visibilmente migliorati, Benassi e Belotti ad esempio, altri come Baselli e Zappacosta magari segnano un poco il passo, ma il futuro è loro, non c’è dubbio ed a molti se non a tutti ( lui ne è fermamente convinto, ndr) l’azzurro non sfuggirà.

Poteva anche sperarsi che la maturazione fosse più veloce, ma non è stato così e da qui le naturali difficoltà che ha incontrato il gruppo soprattutto sotto il profilo psicologico anche per situazioni ambientali che magari, in una squadra già più formata e solida dal punto di vista caratteriale, avrebbero naturalmente inciso meno negativamente su talune prestazioni. Come ad esempio, tra le altre, Torino – Udinese, citata come emblema delle partite flop di quest’anno.

Ma non si può dire che non ci sia un progetto serio al Torino. Ci ha sottolineato che volere vincere sempre di più va bene, ma è molto più importante domandarsi come arrivarci.

Addolora e nel contempo irrita mister Ventura che, quando egli sia lontano da Torino, riceva continui sinceri complimenti proprio per il progetto che ha iniziato e sta continuando col Toro mentre, dal momento esatto in cui metta piede a Porta Nuova o a Caselle, si veda immediatamente sempre messo al centro di continue critiche, sia dalla sponda granata che, soprattutto, dai giornali della città, verso i quali nutre delle forti perplessità di correttezza.

Eppure ricorda che i tifosi quando arrivò per la prima volta in Sisport gli chiesero di non giocare più con il Crotone e siamo risaliti in serie A l’anno stesso.

Ricorda che ci si lamentava di non avere in rosa neppure un giocatore di proprietà mentre oggi è il contrario di allora.

Ricorda che si riteneva fondamentale la rinascita delle giovanili‎ e queste sono tornate a primeggiare in Italia ed esibirsi all’estero.

Ricorda ancora che l’Europa League era un sogno ed e’ divenuto realtà.

Che erano anni e anni che il Torino non dava più giocatori alla nazionale ed anche questo tabù e’ stato sfatato.

Che a livello di impianti il Filadelfia era visto come una chimera ed aprirà i cancelli entro fine anno mentre e’ stato acquisito recentemente anche il centro sportivo Robaldo a servizio delle esigenze del Toro.

Che il Torino e’ l’unica squadra in Italia che da tre anni e’ in attivo di bilancio e si dimostra quindi virtuosa anche sotto il profilo finanziario a differenza di quasi tutti gli altri club della penisola.

Ricorda che i tifosi gli avevano detto che a loro interessava prima di tutto un progetto ed un percorso di crescita della squadra.  

Un progetto c’e’ eccome quindi ed alcuni frutti sono già innegabilmente sotto gli occhi di tutti.‎ E allora perché tanta insoddisfazione?

Ed ironicamente sottolinea che non può più nemmeno parlare di "percorso di crescita" perché viene deriso…

Per i derby "della vergogna" ? Peraltro magari da giocare in 11 contro 10 in entrambi i casi?

Certe cose magari continuano a non andare come invece si vorrebbe e se ne rende conto ma la barra del timone e’ ben dritta verso il massimo obiettivo in rapporto alle risorse disponibili.

Il Toro non può avere in rosa, per ragioni economiche, che pochissimi giocatori di livello acquistandoli sul mercato già pronti. Tutti gli altri li deve comprare "grezzi" e costruirseli in casa. Al momento e’ l’unica via per progredire, anche facendo cassa con alcune cessioni.

Ci ha invitato anche ad una riflessione elencando i giocatori che nel Toro sono stati colonne portanti e simbolo in questi anni ( Ogbonna, D’Ambrosio, Cerci, Immobile, Darmian, financo Basha) e quindi fonte di importanti entrate per la società al momento della cessione, domandandoci di analizzare cosa hanno fatto e stanno facendo lontani dal Torino e provare a capire perché.

Spiegatoci il suo punto di vista, dobbiamo dire che riteniamo in effetti fondamentale che il patrimonio costruito dal nostro mister con grande dedizione e fatica non vada dilapidato e sinceramente il ragionamento presentatoci, sul piano organizzativo, fa bepoche grinze, Anzi, occorre riconoscere che rappresenta sorprendentemente l’attuazione in questi anni di quasi tutti i punti di sviluppo che ToroMio ha sempre, con tenacia, indicato alla società.

Cosa manca al Torino FC e a Ventura allora?

Per quanto a noi soprattutto interessa, la sintonia con la gente granata. Uno degli ulteriori punti chiave suggeriti da ToroMioche non e’ impossibile da creare cominciando anche da ora.

Va compreso in primo luogo che non e’ vero che il tifoso granata "viva di ricordi". E’ vero invece che tenga in modo straordinario a custodire con tenacia la memoria della propria identità. La "memoria" e’ un ricordo che si rinnova nel presente attraverso gli interpreti del momento, non e’ affatto una cosa relegata nel passato o che nulla c’entri con quello che si fa oggi. Ci sembra di aver intravisto nel mister l’idea che il tifoso del Toro viva solo di ricordi ma, se così è, si sbaglia. Noi granata non siamo uomini del ricordo, ma della memoria. Questo e’ un concetto chiave dell’essere granata, secondo noi.‎ Giovedì non siamo riusciti a dirglielo direttamente, ma lo faremo presto. Perché è un’importante chiave di lettura dell’ambiente, per niente banale ed in effetti non facile da comprendere per chi non nasce con il Toro addosso. 

Quando poi abbiamo sottolineato l’assenza di sintonia e una certa mancanza di comunicazione tra società, lui stesso e l’ambiente granata, il mister ci ha ricordato di averlo ammesso in una recente intervista.

Vero! Ma allora bisogna continuare a lavorarci, come su altri settori dellorganizzazione societaria, perché il rapporto con la propria base non e’ una cosa trascurabile per una società calcistica. 

Infatti, nonostante si voglia far credere in giro il contrario anche a livello istituzionale, noi di ToroMio abbiamo chiaro che una società di calcio non e’ un’impresa come tutte le altre, perché e’ chiamata a custodire un vero e proprio patrimonio sociale, storico e culturale.

Gli abbiamo parlato quindi del nostro convegno "La forza della partecipazione nello sport", del River Plate e dell’Athletic Bilbao che vi hanno partecipato, del contributo sul rilievo anche economico della partecipazione, formulato al convegno dall’intervento di Gianmarco Montanari, della visita fatta dal nostro Presidente ai luoghi del Bayern Monaco quest’estate.

Dopo avere ascoltato tutto Ventura ci ha poi invitati ad un allenamento in Sisport. Ci andremo di sicuro‎ e certo sarà per dei tifosi del Toro più emozionante che entrare a Sabanerstrasse, nonostante sia nota l’enorme differenza tra gli impianti sportivi. 

Ma gli impianti si comprano, il clima di un luogo invece si crea e a noi è questo che interessa di più.

Abbiamo letto poi al nostro mister parte del passo del libro "Il Toro che vorrei" di Don Aldo Rabino e Beppe Gandolfo, che i due autori hanno dedicato all’azionariato popolare, ‎probabilmente non a caso dal momento che negli ultimi anni i rapporti tra noi e il Don sono stati intensi.

Abbiamo visto in Ventura un certo scetticismo, un po’ come Cairo quando lo incontrammo, ma anche intravisto un primo pizzico d’interesse.

Forse è proprio questo che più stupisce in persone intelligenti, sagge e d’esperienza, come Ventura. L’incapacità di cogliere immediatamente la forte assonanza tra quanto propone ToroMio e quanto lui stesso ha più volte, nella serata ripetuto, sulle criticità del mondo calcio in Italia, dove esistono squadre con spaventosi buchi di bilancio, nelle quali il concetto di “proprietario unico”, espone ai noti rischi e soprattutto mette nella condizione i tifosi di essere esclusivi fruitori esigenti e quindi spesso delusi, visto che a vincere qualcosa sul campo sono sempre inevitabilmente pochi, e non partecipi della vita del Club. Il Torino Football Club infatti ha perso un po’ il senso della parola "Club".

Ma dal momento che gran parte delle nostre idee sono state applicate e quindi non erano da buttare, auspichiamo che presto tutti dovranno convincersi che ora non resta che cominciare a prendere in considerazione la più importante, la partecipazione, per rimettere finalmente il turbo a questo nostro Toro.

Il Toro infatti non può fare a meno dell’energia della sua gente per andare ancora oltre gli attuali risultati.

Ma occorre un lavoro, un gran lavoro e soprattutto la ferma convinzione che questo lavoro sia utile, anche per la società.

Insomma e’ stata una gran bella serata, memorabile. Alla fine al nostro Mister abbiamo annunciato che alla prossima assemblea lo proporremo come socio onorario dell’associazione e gli faremo sapere l’esito della votazione. Infine gli abbiamo regalato il CD Canta ToroMio e segnalato la nostra canzone "Con il Toro nel cuore" auspicando di risentirla ogni tanto allo stadio.

Ne siamo usciti con tre convinzioni ed una certezza.

Le tre convinzioni.

1) Ventura e’ il miglior mister che avremmo potuto trovare per ricostruire il Torino FC 5 anni fa, questo e’ certo.

2) Attenzione oggi a disfarcene perché il suo progetto è quello giusto e dovrebbe comunque essere portato avanti. Se così non fosse potremmo trovarci a fare un enorme passo indietro.

3) A Ventura e alla società manca la fiducia che il legarsi di più alla gente granata darebbe più forza all’allenatore e a tutto l’ambiente granata e questo e’ forse la più grave carenza alla quale occorre porre rimedio, in questo momento, al di là di cambi di allenatore o aspetti meramente tecnici.

La certezza.  

Per sopperire a tale carenza e’ certo che la cura "ricostituente" per il Toro si chiami ToroMio.

Per cui, cari amici, serriamo le fila poiché da qui in avanti comincia il vero lavoro!

Si è fatto poi troppo tardi e ci è mancato così il  tempo per discutere di passaggio al modulo 442, di retropassaggi, di sostituzioni in ruoli chiave e di atteggiamento in campo, tutti temi anch’essi interessanti…ma avrete capito che abbiamo deciso di sfruttare la serata anzitutto per conoscere meglio il  nostro Mister e parlare con lui di quello che più ci sta veramente a cuore per il bene del Toro. 

 

Forza Toro sempre e buona Pasqua a tutti.

 

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