Dal Fiat G. 212 di Superga alle ali di Red Bull e Abu Dhabi
 
di Guido Regis*
 
Dalla settimana in ricordo di uno dei tanti tristi “voli” del Toro, quello della farfalla granata, alla settimana dei voli Pindarici di Red Bull e Abu Dhabi.
Non sappiamo se ridere istericamente, o piangere definitivamente.
Mercoledì scorso ero felice ed un po’ orgoglioso per la prestazione del nostro nuovo Toro di Lerda con il Vicenza.

Sentivo, augurandomi di non sbagliare, che la “farfalla” sembrava essere uscita dal baco.
Nella recente storia del Toro sono stati rari i momenti intensi come quelli di una settimana fa, che pare ormai lontana anni luce. Speravo come tutti che da allora in ogni partita la squadra confermasse quanto si era visto ( si può vincere anche contro la sfiga galattica se si gioca da Toro fino all’ultimo decimo di secondo) e che la convinzione nei suoi mezzi crescesse, aiutando anche l’ambiente a ricompattarsi attorno. Appena due giorni ed è arrivato il quinto stop in dieci partite, a riportarci con i piedi per terra. Venti minuti da decerebrati fornendo plurimi inviti a nozze per il goal del vantaggio al Livorno; quindi la reazione, persino fastidiosa perché capace di mettere in luce, nuovamente tardi, le potenzialità dell’undici di Lerda ma anche incomprensibili decisioni dell’allenatore nel praticare i cambi.
Inevitabile il successivo movimento forcaiolo, come sempre guidato dalla stampa, con paventati esoneri grazie a Dio smentiti. Lerda è un buon allenatore e, a par mio, sta volta è bene tenerlo fino alla fine del campionato, qualsiasi sia lo sviluppo delle partite future. Sbagliando s’impara ed io preferisco dargli ancora il tempo per sbagliare perché sono convinto che imparerà insieme con i suoi.
Io credo in questa squadra, con timore, fatica, ci mancherebbe altro, ma ci credo. Mi piace l’idea di calcio che si cerca di imprimere sui ragazzi, finalmente tutti votati all’impegno, senza secondi fini poco nobili. Lo staff della prima squadra, per quanto sempre striminzito, esiste e non serve a nulla ripetere gli errori del passato.
Tutto il resto per me è ben più grave.
Dalla cronica e nota assenza di un progetto strutturale ( ma Cairo ha finalmente parlato di un centro sportivo e di un investimento sul Fila….gli crediamo? ) alle incredibili difficoltà in cui versano gli eroici volenterosi che curano il settore giovanile, con risultati veramente miracolosi, frutto solo della passione e del blasone che il Toro continua ad avere, nonostante tutto.
E noi tifosi sempre più cani sciolti, divisi, isolati, scazzati, delusi, polemici, sterili, inguaribilmente incapaci di fare un fronte unico contro le avversità con l’intento di sovvertirle.  
Lunedì, smaltita come ormai di consueto la rabbia del sabato, ho iniziato ad attendere con una certa ansia, non lo nascondo, l’arrivo del giorno successivo.
Le informazione ricevute dagli amici di ToroMio coinvolti, avevano allontanato la preoccupazione che il vertice in Red Bull tra Nunes e Mateschitz potesse essere ancora procrastinato.
Non mi facevo alcuna illusione perché sapevo bene che la valutazione del ricco dossier preparato da Luciano Cavagnero, presidente di ToroMio, e tradotto da una valentissima collaboratrice “saltuaria” di Toro News, non rappresentava che il secondo passo di un lungo percorso da affrontare per provare ad avvicinare le ali della Red Bull al nostro Toro. L’intenzione di Nunes e nostra era quella di sondare se il boss austriaco poteva sembrare intenzionato a dare il bene placito per un primo incontro con Cairo. Il risultato del vertice lo conoscete, è apparso su vari giornali e disegna grosso modo la realtà. Non è stato un si ma nemmeno un no.
Il solito “vedremo”, pronunciato con un sorriso un po’ divertito un po’ stupito e tanto diplomatico.
In sostanza un altro volo pindarico ancora al momento tarpato dalla cruda realtà.
Ma la giornata è stata ancora più… drammatica, vista da tifoso con i piedi per terra ma romantico, di quanto poteva essere.
Non si capisce perché e per come, con una tempistica da film di spionaggio, irrompe la notizia dell’imminente acquisto da parte di uno “ scericco” arabo, anch’esso dotato guarda caso di “ali”.
Da più di un mese girava, rimbalzava, da Manchester a Milano, passando per Asti e sorvolando Torino. Come sempre, essendo i più sprovveduti di cultura geografica, si confondevano tra loro i sette Emirati Arabi Uniti, e Dubai con Abu Dhabi ( giusto il secondo per i “ben informati”).
Ne ero a conoscenza fin dall’inizio ma non ci credevo, simile a San Tommaso quale sono. Gli informatori “segreti” continuavano a non avere un nome e cognome, mentre su Red Bull non avevo dubbi, avendo parlato io stesso con Nunes.
Mi ha spiazzato proprio la redazione di questa testata, che conosco bene e so molto attenta a non seguire le voci foriere di bufale.
Ebbene io non ho idea, perché non hanno voluto dirmelo, chi sia stata la fonte sicura che ha spinto Toro News a dare la notizia, ma mi sono impegnato a questo punto per cercare di comprendere invece quale fosse la fonte per ToroMio ed è questo che mi ha lasciato allibito. Coloro che hanno diffuso queste notizie sono persone che sono state molto, molto vicine al presidente.
Ed allora i casi sono due. O Cairo mente, magari sfruttando inesattezze della stampa e negando giustamente contatti diretti con gli arabi, ma non menzionando perché non intervistato al proposito quelli con eventuali mediatori, oppure il Presidente dice il vero ed ha ragione: siamo nuovamente davanti ad uno snervante atto destabilizzante di una situazione già spaventosamente precaria.
In sostanza se vogliamo dare credito a Cairo, ed io voglio provare ancora una volta a farlo, non bastano le imboscate di tutta la piazza nemica Torinese e non solo, non bastano gli errori e le superficialità di gestione della dirigenza, non bastano i cori contro, lo stadio semivuoto, i tifosi divisi e stremati, incazzati pronti ad aggiungere autogol a quelli già ben organizzati dalla squadra.
Ci deve essere anche qualche “ pseudo tifoso vero ” che, come ho già scritto altre volte, vicino o all’interno del mondo granata, produce “bombe di petardi” che possono avere un effetto devastante su una struttura già costruita con la carta pesta.   
Non c’è dubbio che, volendo razionalizzare al massimo e tornare a rimettere il dito nella piaga, tutto questo non sarebbe accaduto se Urbano Cairo fosse stato capace di gestire saggiamente la fortuna che gli era caduta addosso cinque anni fa.
Ma a questo punto non mi sembra nemmeno lecito che chi dice di amare questo Toro, si adoperi per infierire sull’amato colpevolmente malato, ma ancora lontano dall’essere defunto.
Vere o false che siano le notizie di acquirenti era meglio tacerle fino a fatto compiuto, sia per Red Bull sia per Eithad.
Non sarebbe più onesto spendere tutte queste energie per provare a costruire insieme?
Perdonate ma ricasco sempre li perché convinto di non sbagliare.
L’unica realtà certa è che di tifosi del Toro ce ne sono ancora tanti e molti sono sufficientemente ricchi per sostituirsi, se uniti, ad un ipotetico sceicco.
Non possiamo lavorare su questo anziché abbandonarci a voli Pindarici?
Uno sciagurato volo, guarda caso targato Fiat, ha distrutto una realtà invincibile che si chiamava Grande Torino. Se vogliamo tornare a volare dobbiamo metterci le ali da soli e non attendere che qualcun altro ce le presti, magari solo temporaneamente, per ritogliercele al primo capriccio.
Per carità, se poi tutto quanto ho scritto perde di senso, se tra due giorni ci sarà l’annuncio e finalmente Cairo potrà liberarsi dell’ormai pesante fardello pigliando anche dei bei soldi, se pioveranno davvero dal cielo o meglio dalle viscere oleose della terra araba, centinaia di milioni di euro per il nostro Toro, se ci gemelleremo con il Manchester City nella speranza di giocarci con loro magari una finale di Champions fra qualche anno, se gli Ultras più irriducibili potranno liberarsi del loro ex Papa, ben venga, ci mancherebbe.
Non morirò di gioia, ve lo dico subito, perché a me di scrivere نادي تورينو su una bandiera granata non è che piaccia molto, ma mi adatterò ai tempi: contenta la maggioranza dei tifosi del Toro, contenti tutti, contento anche io.
Poi, come ci siamo detti oggi in qualche raro momento di ilarità tra i tanti fratelli presenti al CTO, se anche lo “scericco” si dovesse dimostrare ad un certo punto della stessa forza dell’attuale presidente, probabilmente dovremo fare collette per aiutare gli irriducibili a recarsi con un costoso volo presso la sede di Abu Dhabi, e tutelarli da pene esemplari con potenti avvocati penalisti se verranno colti nell’atto di recapitare la testa di un animale proibito per quei luoghi.  
Va beh! Siamo d’accordo che al momento tutto ciò è ancora un ennesimo volo pindarico?
Se si allora per favore, sabato andiamo a sostenere quelli che un “dotto giornalista” di rai tre domenica scorsa non ha avuto timore di chiamare brocchi, ed aiutiamoli a smentirlo, visto che non siamo capaci di manifestare in massa contro la sua irriverente spudoratezza, tanto siamo presi dai nostri sogni illusori o dalle nostre faide intestine.
 
 
Disclaimer 1) Le opinioni espresse in questo articolo sono assolutamente personali e non rispecchiano necessariamente le idee della redazione di ToroNews e degli aderenti a ToroMio.
 
Disclaimer 2) Chi non beve con me peste lo colga ( da “La cena delle beffe” – Sem Benelli )
 
Guido Regis
*Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala
 
http://www.torinoclubcto.com
http://www.toromio.net  
 
 
 
25/10/10
 
 

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