* fonte: http://www.forzatoro.net/Portale/i-benefattori-di-torino-a-due-stelle-e-strisce/

E’ di questi giorni la notizia – pubblicata con gran  risalto sul giornale di “famiglia” e su Tuttosport – della conclusione dell’iter per la  concessione della superficie della Continassa all’altra squadra della periferia torinese, con la firma definitiva del passaggio  dell’area, prevista in Comune il prossimo martedì.

Avendo letto, anche da parte granata, la giustificazione “loro però i soldi li mettono” riteniamo giusto  ricordare i veri estremi della vicenda, facilmente reperibili online sul sito del Comune di Torino:

_  L’area in questione ammonta ad un totale di 381.500 mq, di cui 180.000 mq. concessi ai gobbi (quelli che gli servivano ), mentre il rimanente resta in carico al Comune (ai cittadini) sia per la riqualificazione che per la successiva gestione, quindi parco, posteggi e viabilità pagati da NOI.

_  La superficie edificatoria (33.000 mq ai quali se ne aggiungono 5 mila derivanti dall’area dello stadio) viene però generata non solo dai 180 mila mq concessi, ma da 261 mila mq (si sono inclusi, nei conteggi, anche diritti edificatori derivanti dal tanto decantato parco pubblico).

_  Un conteggio un minimo corretto di quanto “pagato” dalla juventus sarebbe quindi di 11,7 milioni di euro/ 261 mila mq = 44 euro al mq, 0,444 centesimi all’anno, senza tuttavia considerare che tutti i 381.500 mq. saranno sostanzialmente a loro disposizione. Considerando che la concessione è per 99 anni, un costo di circa 118.000 euro all’anno, pari a circa 3.000 biglietti di curva.

_  Va aggiunto che gli oneri di urbanizzazione non saranno incassati dal Comune ma conteggiati a scorporo delle opere accessorie (ulteriore mancato introito per le casse comunali).

_  Gli 11,7 milioni (da versare non si sa con quali tempistiche ed in quante rate) derivano dalla valutazione-lampo fatta dal Politecnico, che aveva ritoccato la cifra offerta dalla juve e prontamente accettata dal Comune – senza alcuna verifica e contro il parere degli stessi tecnici comunali – di 10,5 milioni. Peccato che in aggiunta ai 10,5 milioni fosse stato deliberato un ulteriore milione, che i gobbi avrebbero dovuto versare per contribuire alla realizzazione del parco, milione prontamente abbuonato dal nostro consiglio comunale. In pratica, l’aver richiesto una valutazione di tecnici è stata una presa in giro, tanto per tacitare i pochissimi consiglieri che avevano osato opporsi.

_  I gobbi si rivenderanno i diritti edificatori ad  imprese edili, per quanto riguarda le palazzine e probabilmente avranno già chi è interessato a pagare a suon di milioni la possibilità di realizzare la multisala, il centro commerciale (cammuffato da luogo di istruzione e benessere per i piccoli futuri tifosi) e l’albergo. Non è difficile pronosticare che, con quanto incasseranno, si pagheranno probabilmente sia la ristrutturazione della Continassa che il centro sportivo, se poi gli introiti  non basteranno interverrà in soccorso una banca amica a condizioni di ultra-favore.

_  Ad oggi non si sa ancora quanto invece quanto costerà a NOI cittadini (o forse sarebbe il caso di incominciare a definirci sudditi) lo spostamento della pista da Kart (il realizzatore – che aveva vinto un bando pubblico – non ha accettato un accordo bonario con il Comune ed ha fatto ricorso al TAR, ma i giornali di questo ricorso non scrivono), la demolizione del Pala Torino e dell’area destinata ai giostrai, lo sgombero degli zingari e – a seguire – lo spostamento del macello comunale (non compreso nell’area, ma vorrete mica che juvelandia venga ammorbata dal tanfo?)… molto probabilmente più di quanto incassato.

In una città normale e con una magistratura meno distratta, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto fare un regolare bando pubblico e richiedere la manifestazione d’interesse direttamente ai costruttori ed utilizzatori finali, ricavandoci almeno 4/5 volte tanto – a stare stretti – ed i gobbi, se interessati, si sarebbero dovuti limitare al restauro a spese loro della Continassa e si sarebbero pagati il centro sportivo, magari a condizioni di concessione particolarmente favorevoli, vista la riqualificazione del fabbricato storico, in reale stato di degrado ed abbandono. Al limite avrebbero potuto prendere accordi con i costruttori per brandizzare con il loro marchio le varie opere.

Altra incredibile strumentalizzazione più e più volte sbandierata dal Comune e dai media, per far passare addirittura i bianconeri come benefattori della città, è l’urgente necessità di riqualificazione dell’area. Suona assai strano, visto che tale urgenza non è mai stata sentita per un’area molto più centrale, tenuta come una discarica dal 1997, un’area contornata da abitazioni e che fino a pochi anni fa, prima dell’intervento dei granata (ovviamente i tifosi, senza alcun aiuto da parte della società), era diventata luogo di spaccio e di ricovero di senza tetto. Ma oltre al Filadelfia, tanto per fare solo un altro esempio di area con urgente bisogno di riqualificazione, basta andare in Lungo Stura Lazio per vedere un campo rom contornato da cumuli di ogni genere di immondizia, un luogo dove vivono in baracche (a rischio della vita, visto che ultimamente ne sono bruciate una decina con scoppio di bombole di gas) migliaia di persone. Su questo terreno sono anni e anni che un privato ha presentato un progetto di riqualificazione a proprie spese, un centro sportivo aperto al quartiere e con strutture ed impianti che diventerebbero successivamente di proprietà comunale. Ma per questo non c’è nessuna stringente urgenza.

La vicenda Continassa ha un solo nome, SPECULAZIONE EDILIZIA, aggravata dal favorire – tramite beni pubblici – una società quotata in borsa, esattamente come è già stato fatto per la concessione del Delle Alpi.

Questa è solo la ciliegina finale sulla torta della vicenda stadi e c’è da sospettare che un presidente al Torino FC totalmente silente e funzionale alla nostra progressiva ed irreversibile perdita di ogni minima velleità e dignità sia utile ed indispensabile …. viene anche da pensare che ne tragga anche un suo tornaconto, oppure si può credere che sia solo casuale che uno dei voti determinanti per l’assegnazione de La7 (che Cairo non poteva permettersi di perdere, visto che il suo impero si regge soprattutto sugli introiti pubblicitari della TV) sia stato del marito della Christillin, Gabriele Galateri di Genola, ex amministratore delegato di Ifil e Fiat, ora uomo “forte” in Telecom.

Come diceva Andreotti “ a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”… e lui di collusione e connivenze sicuramente se ne intendeva.

 

 
 
 
 
 
 
 

 

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