Articolo Pubblicato 13 novembre 2009 su ToroNews

Forse che ‘l’abito non faccia il monaco’?
di Guido Regis*

E’ cambiata la serie, è cambiato il direttore d’orchestra, sono cambiati i musicisti, ma la musica è cambiata poco.
Questo delude i tifosi anche dopo una partita in cui si è vista una squadra più forte, sicuramente meritevole del risultato pieno rispetto all’avversaria, ma con quel non so ché di improvvisato, agitato, precario.
Grinta, cuore, fame di risultato, tecnica superiore ( relativamente alla B ) mescolati a pericolose assenze, stolti egocentrismi, superficialità e disordine.
Il risultato è bugiardo, eppure poteva andare peggio, eppure siamo delusi, affranti, esausti, incazzati, eppure c’è qualcuno di noi che prova a mantenere la calma e cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, eppure tanti lo vedono mezzo vuoto, eppure i giornali “amici” ci marceranno e aumenteranno le vendite grazie agli acquisti anche di coloro che hanno giurato di non tifare mai più toro, eppure domani è un altro giorno e pensiamo al Piacenza, eppure io l’avevo detto, eppure stai zitto sei solo un menagramo, eppure ancora una volta grazie a tutto ciò perdiamo di vista la realtà e l’obbiettivo.
Questo Toro è in serie B, la squadra allestita è da serie B.
Una buona squadra, con alcuni elementi di livello superiore tecnicamente, molto meno di testa.
L’ allenatore è uno tutto sommato grintoso, anche se niente di più niente di meno di altri che hanno già calcato questo palcoscenico in questi anni Cairoti.
Abbiamo finalmente un DS stabile.
Cairo si è messo a dialogare un po’ di più con i tifosi  per fortuna finalmente soprattutto con quelli veri e sani che si sbattono costruttivamente per fargli delle proposte ben strutturate e professionali ( sono stato all’ultimo incontro ed è stato sorprendente anche per me, che già adoro questa tifoseria, vedere quanto lavoro gratuito e da innamorati c’è dietro ad esempio al tentativo di diffusione nelle scuole della storia del Toro, piuttosto che nell’analisi dei punti critici di vendita biglietti da parte della Lottomatica in Torino, per fare solo alcuni esempi). Da parte nostra non c’è altro da fare per questa squadra e questa società in questo momento che osservare, tifare se se ne ha voglia, o andarsi a fare delle passeggiate con la fidanzata, la famiglia, la mamma o guardarsi un bel film se non se ne ha voglia. Creare un po’ di tensione perché questi ragazzotti non si ammoscino non fa male, ma senza esagerare, ed il gruppo di noi storicamente deputato a questo lo fa per ora nel modo giusto.
In fondo dobbiamo rassegnarci. Potremo risalire in A, poi vedremo con quali strascichi una volta accaduto, come potremo benissimo farci un altro anno di purgatorio, con altri strascichi. Banale, ovvio, scontato, certo ma è cosi.
Capiamoci: se prendiamo questa società in blocco in tutte le sue componenti ( ad esclusione di alcune figure “minori” che sono veramente granata da sempre come ad esempio Fabio Bernardi ) e la chiamiamo Atalanta, Chievo, Lecce, Reggina, Gallipoli….fate voi, non cambia nulla.
Il problema è tutto qui.
“ L’abito non fa il monaco” , vestirsi di granata, chiamarsi Torino FC, AC, VFC e quant’altro non significa impregnarsi improvvisamente dei valori e delle caratteristiche che segnano e caratterizzano la storia di questa squadra.
Quest’estate non abbiamo saputo e voluto saperci imporre di più per far si che la rivoluzione necessaria dopo la disfatta fosse completa. Questa “rivoluzione” si è sviluppata bene, ma solo per metà e questi sono i risultati.
Ora non dobbiamo dannarci per cercare di far recuperare in qualche modo la metà di cose non ascoltate e non fatte quest’estate. Se finalmente arrivasse un vero e blasonato condottiero granata con le palle da affiancare all’allenatore e a Foschi, capace di tirare le orecchie ai giocatori e non di farsele tirare, magari, anzi sicuramente si brucerebbe anche lui.
Se si arrivasse al paradosso di chiedere nuovamente la testa dell’allenatore per sostituirlo con uno di vero sangue granata, ad esempio quello che già c’era a fine stagione scorsa e plebiscitariamente indicato dai tifosi nonostante la retrocessione, si farebbe solo un danno a tutti, lui compreso.
Ho prospettato solo alcune ipotesi tra le tante banali e ricorrenti che spesso rispuntano, quando le cose sembrano non andare bene.  Al solito a gennaio legittimamente si domanderanno rinforzi, soprattutto sulla fascia destra, ma come sempre con risultati sterili e spesso controproducenti, se consideriamo le zavorre acquistate in passato e che purtroppo in parte ci tiriamo ancora dietro oggi.
L’abito non fa il monaco.
Questo accade persino per alcuni tifosi, pochi per fortuna, che ben si adattano a questa squadra, molto impegnati solo nell’accapigliarsi tra di loro sposando tesi opposte ma uguali nella loro sterilità.
Ma c’è un popolo, in gran parte silenzioso, che il granata e tutto ciò che comporta, non lo veste solo ma lo è.
Tra questi ci sono alcuni signori che da tempo stanno facendo un lavoro oscuro, pesante, anonimo e prezioso, per consentire ai tifosi di realizzare veramente quello che da decenni professano.
Il Toro siamo noi.
I tempi sono maturi, ora sta davvero a noi iniziare, seguire e completare il percorso.
Se siamo tifosi unici, come credo, raggiungeremo insieme l’obbiettivo.
Andate su http://www.toromio.net

*Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala
http://www.torinoclubcto.com

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