La soluzione c’è e potrebbe rivelare chi è il vero “traditore”.
 
 
di Guido Regis *
 
 
Goal di Bianchi, il nostro capitano, l’unico personaggio che da tre anni ha dimostrato di comprendere ed incarnare in qualche modo il vero prototipo del calciatore da Toro.
Io stesso ne sono orgogliosamente stupito, so fare ammenda quando sbaglio, a differenza di molti.

Scrissi al suo arrivo che non lo ritenevo così importante ed in poco tempo, dopo averlo conosciuto, ed aver seguito il suo percorso granata, ho iniziato a rendermi conto ed ammettere di aver preso un brutto abbaglio.
I fatti sono quelli che contano, e non le sciocchezze dei giornali. L’analisi dei fatti, semplice, cruda ed onesta, dovrebbe essere quella che muove ogni mente onesta e con quoziente intellettivo nei limiti della normalità.
E’ l’unico di questa squadra che avrebbe potuto trovare una ribalta certa internazionale (Bjelanović sta giocando in Champions tanto per fare un esempio, nella squadra campionessa di Romania, per carità, ma sempre in Champions), già dall’anno scorso, ed invece è qui, tiene duro, assume responsabilità più grandi del necessario, lotta, sopporta e zittisce l’ambiente giornalistico di vipere di questa città, giustifica le stupidate che escono dalla bocca di chi dovrebbe essere ben più scafato di lui nel conoscere e gestire i falsi scoop giornalistici, ed infine segna anche perché sa che quello alla fine è l’unico modo per tappare la bocca a tutti.
Segna un goal come quello di Pupi al Cesena l’ultima partita dell’ormai storico scudetto, persino più difficile. Solo la sfiga gli impedisce di ribadire in rete il secondo goal già fatto, ma anche quello è suo, per me. Così si vince, soffrendo, scrivono e dicono; vero, ma correndo su ogni pallone, piantando magari un casino infernale, come fanno spesso le squadre operaie della serie B, non centrando la porta in almeno mezza decina di occasioni ben più importanti e limpide di quelle occorse agli avversari. Questi sono i fatti: a me e a quelli come me piacciono questi fatti, punto.
Il periodo delle giustificazioni tecniche è stato concesso ed ora è finito.
Se si va avanti per questa strada pollice su, altrimenti pollice giù.
Ora, in questa situazione sotto gli occhi di tutti, in una giornata di vittoria operaia, a latere accade una fatto in parte nuovo.
Una piccola ma importante fetta della curva prosegue nella sua contestazione rumorosa al presidente, un’altra fetta della tifoseria un po’ più grande ma onestamente meno attiva tutti i giorni, dissente in modo altrettanto pittoresco. In somma continua la divisione interna, come noto e risaputo. Ma a questo punto il presidente parla, minimizza all’inizio perché sa bene che tutto questo fa parte del gioco, sa bene che non corre alcun pericolo “ di vita”. La frangia di Ultras che sta facendo casino non è fatta di delinquenti, ne è conscio; rumoreggiano utilizzando sistemi goliardici, solo all’apparenza un po’ pesanti e grotteschi, ma qualche superpetardo, due scritte con bombolette e la testa di un suino regalata dal macellaio sotto casa ed abbandonata davanti alla sede, onestamente fanno più sorridere che paura, se volete mettono anche un po’ di tristezza, viste le potenzialità che questo Toro avrebbe se il Presidente avesse colto e sfruttato in modo intelligente fin dall’inizio la palese forza di questa tifoseria, tutta sia ben chiaro, e di questa gloriosa maglia.
Ma alla fine del suo minimizzare e comprendere, fa una sortita con due affermazione importanti. “ Se si vuole una sola squadra a Torino, allora avanti così; se invece no, allora sosteniamo il Toro”. "Sembra qualcosa di strano. Sembra qualcosa con un secondo fine. Sembra quasi che ci sia un disegno".
Le ha dette, non sono interpretazioni, le ha dette.
Qui sta il punto. Analizziamo questo fatto nuovo e vediamo se riusciamo a svelare il traditore, se esiste, o se riusciamo una volta per tutte a ricominciare davvero insieme.
Da tempo non solo alcuni Ultras ma anche signorotti in giacca e cravatta seduti in tribuna o più spesso a casa, persino molto “vicini” al presidente, urlano o sussurrano (molto peggio la seconda cosa ) che Cairo è l’ennesimo cavallo di Troia, la nuova “ testa di cuoio”, mandata per far terminare la storia del Torino AC ed ora FC. Premetto che io non credo assolutamente a questa versione, ma posso sbagliarmi; quanto penso del nostro presidente l’ho già scritto più volte e non lo ripeto, chi vuole vada a leggerselo. Se il Toro va male e malauguratamente andasse peggio con Cairo sarà solo per sua incapacità senza alcuna premeditazione.
Cairo a questo punto rilancia l’accusa e la ribalta su chi contesta o più sottilmente chi “istiga” queste contestazioni. Sono forse loro che consciamente o più probabilmente inconsciamente sono mossi, pilotati, da qualche soggetto a cui fa più che comodo rendere sempre più instabile l’ambiente per mandarci a ramengo?
Questa ipotesi, vi dico con tutta onestà, è solo all’apparenza più balzana della precedente.
Cairo volenti o nolenti ci mette la faccia. Anche gli Ultras contestatori però ci mettono la loro, e lo fanno senza passa montagna, nel più fantastico ed onesto stile granata.
Il problema sta in coloro che non si vedono, sussurrano, nelle orecchie dell’uno e dell’altro.
Sta in alcuni soggetti che circolano in entrambe gli ambienti, sorridendo, ammiccando, qualcuno persino guadagnando alle spalle della società e dei suoi tifosi pur non avendo nulla di granata, anzi. Ascoltano, osservano la disorganizzazione e la gonfiano, recepiscono i fisiologici malumori e li esasperano, gettano il sassolino e poi si dileguano, per poi tornare a bisbigliare alla prima occasione utile, magari sollevando inesistenti scoop giornalistici. In mezzo a tutto ciò c’è la massa dei tifosi che non comprende, si fa ingannare e trascinare da quanto appare, si schiera giustamente contro tutto quanto sembra far male al nostro amato Toro, magari tappandosi il naso ed otturandosi le orecchie di fronte a palesi e persino pericolosi errori di gestione.
Io sono convinto che nell’ambiente Toro esista più di un traditore, non m’interessa stanarli ma sono certo che esiste un metodo per allontanarli definitivamente.
Il metodo sta nell’unione contrattuale tra un Presidente ed i Tifosi, fine.
E’ inutile che si continui a girarci attorno, è inutile che pochi tifosi non solo Ultrà neghino con motivi più o meno balzani la reale lungimiranza di questo progetto e lo ostacolino, è inutile che il presidente faccia finta di nulla, lo ignori e non se ne faccia magari direttamente carico.
E’ grave, non inutile, grave ripeto che decine di migliaia di tifosi non abbiano ancora compreso e diffuso il verbo di questo progetto, che sta scritto nella logica del futuro del calcio, non solo per il Torino, ma per ogni società che vorrà sopravvivere da qui ai prossimi cent’anni.
Ecco, anche questo è un segno.
Bisbigli, sussurri e qualche urlo vengono ad arte distribuiti anche per screditare un percorso limpido, genuino, difficile per carità, ma vero, serio, come quello di ToroMio.
Se un presidente proprietario sarà capace di investire sulla costruzione del Filadelfia, su una sede di proprietà, su un centro sportivo attrezzato con ristoranti, strutture per il tempo libero e l’aggregazione, sul settore giovanile e quant’altro, i tifosi sottoscriveranno in massa le loro tessere di affiliazione annuale a maggior ragione se verranno strutturate con il metodo dell’Azionariato Popolare.
Finiranno le contestazioni, perché nessuno potrà più obbiettare. Ovviamente la gestione dovrà essere limpida, senza truffaldini faccendieri, e non ho dubbi che il Toro troverà finalmente e definitivamente la sua consona collocazione anche con la prima squadra.
Se un presidente non se la sente di investire da solo su un progetto di questo genere, benché l’unico a garantire un futuro certo e sereno per lui e per la società calcistica che presiede, allora deve accettare di aprire un percorso di Azionariato Reale con i tifosi, si chiami ToroMio, ToroNostro o ToroVattelapesca, non ha importanza.
Solo in questo modo si sgombra il campo da equivoci; chi ci sta è del Toro senza altri interessi, chi non ci sta è il vero cavallo di Troia. Si scatenino pure urlatori e bisbigliatori.
Dal presidente ai tifosi per dimostrare di essere veramente ed onestamente innamorati di questa squadra devono metterci faccia, soldi ( l’uno e molti degli altri non possono raccontarci la balla di averlo fatto fino ad ora) impegno in prima persona e segnare ciascuno decine di goal, come Bianchi.
Questo è quanto; tutto il resto sono chiacchiere….e distintivo.
 
                                                                                                                                                          *Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala                                                  
http://www.torinoclubcto.com                                                                                                             
 
 
Caro Dr. Regis,
 
Non sono sempre stato d’accordo con cio’ che lei scrive, ma oggi ho percepito quello che veramente conta, cioe’ l’amore per il Toro. E la pubblica ammissione di aver preso un abbaglio e’ una bella prova di umilta’.
 
Sono convinto che la tifoseria del Toro sia piuttosto problematica, nel senso che vedo troppe spaccature e dissidi interni. E purtroppo la storia insegna che i tifosi hanno mandato a quel paese non solo i Cimminelli, ma anche Orfeo Pianelli e Sergio Rossi. Contestare Cairo oggi mi sembra proprio confermare che ci sia gente che strumentalizzi e piloti certe frange di tifo e l’opinione pubblica in generale per seminare zizzania e distruggere il nostro Toro. E’ vero che Cairo ha commesso errori, ma ha anche pagato di tasca sua, milioni di Euro. E mi sembra proprio che abbia imparato la lezione affidando il mercato a Petrachi (anziche’ prendere un DS, fargli comprare chi vuole il presidente – quindi un DS che di fatto e’ solo un "commesso") e assumendo Ferri per gestire i rapporti con i giocatori (e decisamente ci voleva uno come lui, con le palle, che sa far sentire i giocatori tutelati e uniti dando loro la carica).
 
A Torino c’e’ troppa concentrazione di potere, con una famigerata famiglia che fa il bello e il cattivo tempo. Si sono fatti regalare uno stadio, hanno in tasca i politici di comune, provincia e regione, hanno il monopolio della stampa cittadina… Nel mio piccolo continuo a dire a mio padre di non comprare piu’ La Stampa, che e’ un giornale di m&rda ed organo ufficiale della propaganda gobba/mafiat. Ma lui dice che e’ l’unico giornale che copre bene la cronaca di Torino… finche’ la gente continua nelle sue abitudini e non fa piccoli sacrifici usando la testa anziche’ andare in automatico, le cose non cambieranno. Sono un sostenitore dell’idea dell’azionariato propolare, almeno per aumentare i mezzi economici del Torino FC. Ma purtroppo non c’e’ formula che tenga finche’ la gente non liberera’ la propria testa dalla schiavitu’ sottile (a volte neanche cosi’ sottile) imposta dai poteri forti cittadini. Purtroppo ci vuole intelligenza, umilta’, spirito di sacrificio e democrazia. Tutte qualita’ purtroppo non molto diffuse fra la popolazione. Me ne sono accorto quando ho fatto il servizio militare, venendo esposto ad un campione statisticamente attendibile delal popolazione italiana. Appena e’ stato possibile me ne sono andato, mettendo un oceano di distanza.
 
Tempo fa avevo scritto, un po’ per provocazione ma forse piu’ che mezzo serio, che forse il Torino FC dovrebbe chiedere di partecipare al campionato francese anziche’ a quello italiano. Secondo me sarebbe trattato con piu’ rispetto e con piu’ "fairness".
 
Spero che la gente granata ritorni ad esprimere valori positivi per la squadra anziche’ minare la societa’ (e innervosire i giocatori, checche’ se ne dica). Altrimenti dovremo cercarci presto un altro sport da seguire.
 
Cordiali saluti
 
 
Paolo Paglialunga

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