Anche la Lucchese verso l’azionariato popolare.

Da "La Gazzetta Lucchese"  

"La Lucchese siamo noi" non è più solo un modo di dire: parte da oggi l’azionariato popolare. Ecco le modalità per entrare nella cooperativa Lucca United che si prefigge di acquistare quote del club rossonero

Quelli che… provano a portare a Lucca un altro tipo di calcio. Dalle parole ai fatti. La cooperativa Lucca United, costituita lo scorso metà novembre tra 35 volenterosi, toglie gli ormeggi e si lancia nel mare tempestoso del calcio italico moderno, segnatamente quello cittadino, per provare a far attecchire un modello diverso di vivere (e tifare) il pallone.

Con una conferenza stampa presso la sede della Confcooperative è stata presentata alla stampa, lunedì prossimo allo stadio alle ore 21 toccherà alla cittadinanza, una sorta di sogno che in alcune altre piazze italiane, ma soprattutto estere, è divenuto realtà. Ovvero quello di diventare azionisti della propria squadra di calcio.
Dopo due fallimenti nel giro di tre anni, recordo italico, quest’estate un gruppo di irriducibili tifosi rossoneri, quelli per intenderci intorno ai 40-50 anni, che hanno vissuto la serie B, le gesta di Paci e Simonetta, il calcio spettacolo di Corrado Orrico e viaggiato in su e giù per l’Italia con i Panthers Front e, soprattutto, hanno la Lucchese nel sangue qualunque cosa accada, si son chiesti come poter davvero iniziare a contare qualcosa nelle decisioni che troppo spesso sono calate sulle teste dei supporters, vero volano, bene non dimenticarlo, di quello che alcuni definiscono lo spettacolo calcistico.
Hanno iniziato a documentarsi su internet, a contattare realtà che avevano dato vita a qualche forma di partecipazione nel capitale sociale del club, a contarsi e confrontarsi per capire se una…pazzia del genere era possibile anche nella tranquilla Lucca. Si sono appoggiati alle professionalità dei tanti che hanno la Lucchese nel cuore e, grazie al supporto della Confcooperative, hanno dato vita a Lucca United, una società cooperativa che ha come suo scopo principale quello di entrare nella gestione, con una percentuale che sarà proporzionale a quanto raccolto, del club rossonero al pari di quanto stanno facendo in tante parti d’Europa. Poche idee ma chiare: ognuno può versare cifre diverse, sono previste cinque opzioni per tutte le tasche da 50 a 2000 euro, ma, come in ogni cooperativa che si rispetti, ogni testa avrà un voto a prescindere da quanto versato. Si chiama partecipazione reale e non legata al dio denaro. Parte di quanto versato servirà per il capitale della cooperativa (che verrà rimborsato in caso di uscita del socio) parte, invece, per le future spese di gestione e per acquistare le quote del club rossonero. E’ già possibile iscriversi scaricando il modulo sul sito www.luccaunited.com. Da gennaio lo sarà anche ogni sabato al Centro Sandro Vignini dalle 17 alle 19 dove ci saranno soci della cooperativa a dare ogni spiegazione.

Tifosi storici, gente perbene come Ambrogi, Pacini, Borghetti, Romiti, Citti e il presidente Galligani si sono alternati, con un pizzico di emozione, al microfono, preceduti dal presidente di Confcooperative Madrigali che ha portato i saluti e il sostegno dell’associazione, per spiegare nei dettagli l’iniziativa. Che è, bene dirlo, rivoluzionaria, proprio perché concepisce un diverso e più responsabile modo di fare tifo e di sostenere la propria squadra anche materialmente. L’azionariato popolare è in crescita ovunque, anche in Italia dove i casi di Mantova, Modena, Ancona stanno venendo presi a riferimento da piazze prestigiose come Verona, tanto per dirne una. Ora arriva Lucca e ancora una volta c’è l’opportunità di mettere la città al centro dell’attenzione calcistica, stavolta come avanguardia di un movimento che in Spagna e Gran Bretagna lega il tifoso alle sue radici ben oltre la sottoscrizione di un abbonamento. La Lucchese siamo noi: da oggi non è più soltanto un modo di dire. Chi vuole essere protagonista, ora, ha lo strumento giusto. Ben al di là della retorica di un coro.

Fabrizio Vincenti

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